Bienno (BS)

 Chiesa parrocchiale Ss. Faustino e Giovita
ZONA 03 - BASSA VALLE CAMONICA - "Madonna del Monte"
ORGANO Manzoni Giovanni e Figli 1891

Informazioni generali
Edificio:
Chiesa parrocchiale Ss. Faustino e Giovita
Costruttore:
Manzoni Giovanni e Figli
Anno:
1891
Trasmissione:
Meccanica
Ubicazione:
su cantoria, in presbiterio, in Cornu Evangelii
Restauri:
Piccinelli (1961)  - Piccinelli (2017
Accessori:
Combinazione Libera alla Lombarda- Tiraripieno- Unione Tasto-Pedale- Ottavino- Fagotto-Tromba- Ance- Terzamano- Espressione- Rollante

Nonostante l’archivio parrocchiale conservi solo i documenti a partire dal XIX secolo, la prima fonte attendibile riguardante la presenza di uno strumento a Bienno è una polizza d’estimo del 29 Luglio 1641 (poi ribadita nel 1661) nella quale viene riportato un credito di L. 400 da parte di Graziadio Antegnati (IV) per aver costruito l’organo. Un riferimento in arichivio a questo organo antico si trova in una lettera inviata da Giacomo Simoni il 18 Marzo 1822, il quale suggerisce la ditta Serassi per un intervento di ricostruzione dell’organo, specificando che “…il detto Signor Serassi è desiderabile di poter impiegare tutte quelle canne che non fossero totalmente difettate, a merito delle particolar dolcesse del Auttore Antegniati”. È evidente che se a distanza di due secoli si fosse conservata la memoria del costruttore originario, nell’Anno Giubiliare 1750, come riportato dal cartiglio in alto al centro della cassa (anch’essa coeva allo strumento antegniatiano), vi fu verosimilmente solo un intervento senza che lo strumento venne rifatto completamente e che quindi lo strumento antegniatiano, seppur con alcune modifiche, arrivò intatto fino al 1822. Secondo i rilievi effettuati dal Geometra Maurizio Isabella durante l’ultimo restauro del 2017 - 2018, si sono identificate 155 canne di fattura antegniatiana di cui 18 ancora presenti sulla facciata. Da questo nucleo di canne si è riusciti a estrapolare le seguenti informazioni: lo strumento era in base 16’ (in facciata dal Fa) con estensione della tastiera di 54 note (DO-1 al FA4 con prima ottava scavezza). La facciata in 12’ composta da 33 canne dal FA-1 al Re (N.32) disposta in 5 campate con la sequenza 5 - 9 - 5 - 9 - 5 e quattro organetti morti. In questo nucleo di canne antiche se ne trovano alcune coppie di canne dalla stessa numerazione ma in alcune accompagnata dal simbolo del diesis (#), come ad esempio, 28 e 28# (La# e Sib) 33 e 33# (Re# e Mib). Questa particolare numerazione corrisponde alla presenza di alcuni tasti spezzati, la prassi era nota al tempo ma poco consueta e solitamente circoscritta a sedi importati (Santa Barbara a Mantova, San Petronio a Bologna, Cattedrale di Cremona) e solo su richiesta dell’organista. Mancano all’appello le canne corrispondenti ai tasti 38 e 38# (Sol# e Lab) solitamente sempre presenti, probabilmente disperse e non reimpiegati, con buona probabilità la stessa sorte è toccata anche alle canne corrispondenti ai tasti 45 e 45#. Quindi abbiamo certezza di almeno tre tasti spezzati di cui abbiamo le canne (28#, 33#, 40#), ma con buona probabilità, visto il più comune utilizzo della coppia Sol# - Lab (38#), i tasti spezzati originariamente erano quattro, se non addirittura cinque se era presente anche il 45#.  La presenza di tre tasti enarmonici all’interno di un ottava è una caratteristica assai rara a dimostrazione di una committenza molto raffinata. Grazie al nucleo di canne presenti è stato possibile ricostruire virtualmente la disposizione dell’organo antegniatiano del 1630ca:

Principale 16’
Ottava 8’
Decimanona 2 2/3’
Vigesimaseconda 1’
Vigesimasesta 2/3’
Vigesimanona 1/2’
Trigesimaterza 1/3’
Voce Umana 16’ (la canna più grande presente è la 24)
Flauto in VIII 8’
Flauto in XIX 2 2/3’

Non sappiamo nulla dell’intervento effettuato dopo la lettera del 1822, nessun intervento dei Serassi risulta dal censimento delle canne e non sono stati rinvenuti altri documenti relativi ad altri lavori fatto salvo per la sostituzione delle pelli dei mantici da parte di Giuseppe Grigolli nel novembre 1874 al prezzo di L. 115 (poi scontate a 100). Nel 1881 Giovanni Manzoni redige un preventivo per un organo nuovo, redatto in maniera molto ordinata, specifica e contiene diverse opzioni poi tutte realizzate ad eccezzione dell’installazione di una seconda tastiera. Fra le varie informazioni ricavate del preventivo veniamo a conoscenza che il Manzoni operava a Bergamo in Via Pignolo n.54, la stessa dei Serassi, già falliti nel 1871/2, che continuarono l’attivita in maniera ridotta fino al 1895. Lo strumento venne realizzato solo nel 1891 con un pagamento di Lire 4.000, e conta 47 registri di cui 3 racchiusi in cassa a modi organetto eco, denominata dal Manzoni stesso “Coro Monastero”, per un totale di 1823 canne.  Lo strumento venne collaudato il 23 Febbraio 1892 da A. Furlanetto, Maestro di Cappella e Direttore del Concerto Filarmonico di Breno (BS). Nel 1922 don Gioacchino Mazza, prete - organaro effettua una semplice una pulitura. Nel 1943 un intervento di Armando Maccarinelli rimise in funzione lo strumento danneggiato durante la Guerra appena conclusa e ne modificò leggermente la fonica trasformando alcuni registri violeggianti, scollegando gli accessori eliminando la banda e ottenendo un Clarino 8’ B e S riutilizzando il Violollo 4’ B e scalando di un ottava il Corno Inglese 16’. Nel 1961 lo strumento venne restaurato dalla ditta Piccinelli di Ponteranica (BG) che riportarono a nuovo lo strumento, anche se apportarono alcune modifiche come la sostituzione della Voce Corale, che venne conservata, a favore di un Flauto in XII e la trasformazione della Bombarda 12’ in Trombone 16’. L’organo venne utilizzato per 56 senza problemi tanto che dal 1992 vengono organizzati concerti. Nonostante le buone condizioni dell’organo venne eseguito un nuovo intervento di restauro da parte della stessa ditta Piccinelli che riportò l’organo alle sue condizioni originarie fatto salvo per la ricostruzione della pedaliera a leggio e della banda.

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M. Isabella, F. Crimi, G. Pedretti:
L’organo nella chiesa dei Ss. Faustino e Giovita Bienno


[Scheda di Daniele Dallapiccola]

Disposizione fonica
Eco denominato Coro Monastero
61 tasti (Do1-Do6)
Violetta 8' S.
Flauto a Camino 8' S.
Voce Angelica 16' S.
Distacco Tremolo
Grande organo e Pedale
61 tasti (Do1-Do6)
24 pedali (Do1-Si2)
Campanelli S.
Cornetto I° S.
Cornetto II° S.
Corno da Caccia 16' S.
Fagotto 8' B.
Tromba 8' S.
Clarone 4' B.
Bombardino 12' S
Violoncello 4' B.
Corno Inglese 16' S.
Violone 8' B.
Violino 8' S.
Violetta 2' B.
Violetta 4' S.
Flutta 8' S.
Flauto 4' B.
Flauto 4' S.
Viola 4' B.
Ottavino 2' S.
Voce Umana 8' S.
Dolce Flebile 8' S
Terza Mano
Principale 16' B.
Principale 16' S.
Principale 8' B.
Principale 8' S.
Principale 8' II° B.
Principale 8' II° S.
Ottava 4' B.
Ottava 4' S.
Ottava 4' II
Duodecima 2 2/3'
Quintadecima
Decimanona
Vigesimaseconda
Vigesimasesta
Vigesimanona
Due di Ripieno
Due di Ripieno
Contrabassi 16'
Bassi Armonici 8'
Timballi
Bombarda 12'
Galleria fotografica (ante restauro 2017)
Galleria fotografica (post restauro 2017)