Casto (BS)

loc. Auro

 Santuario Beata Vergine della Neve
ZONA 18 - ALTA VAL SABBIA - "Madonna di San Luca"
ORGANO Callido Gaetano 1778

Informazioni generali
Edificio:
Santuario Beata Vergine della Neve
Costruttore:
Callido Gaetano
Anno:
1778
Trasmissione:
Meccanica
Ubicazione:
su cantoria in controfacciata
Accessori:
Tiraripieno a Manovella- Tremolo

Non è presente alcun cartellino sulla tastiera e la paternità è dedotta dagli elementi stilistici cioè la fattura dei pomoli dei registri e il tiraripieno a manovella, la presenza davanti alla maestra di facciata di due somieri con alloggiamenti rettangolari per il violoncello e i tromboncini e per il particolare “taglio” flautato delle canne presenti in chiesa nonchè la presenza di un tipico flauto a cuspide.

Il confronto con altri strumenti Callido coevi conferma che l’organo di Auro si trova in uno stato di sostanziale originalità senza aver cioè subito eccessive manomissioni.

In data 13 marzo 1958 lo strumento è sottoposto a decreto di vincolo storico e attribuito ai Bonatti di Desenzano; l’errore si verificò a causa di un’iscrizione autografa su una porta conservata nel locale mantici del santuario la quale però proveniente dalla chiesa Parrocchiale di San Silvestro Papa di Comero per la quale il Bonatti costruirà l’organo, il quale tuttora si conserva, nel 1790:

questo organo fu comodato da me Girolamo Bonatti 25 marzo 1773 ritrovandomi ad Auro (...) che il suono era a posto il resto se può vedere che è statto molte volte rosegato dalli ratti

questa iscrizione testimonia un intervento di manutenzione effettuato dal maestro sullo strumento precedente quello da lui costruito e contemporaneamente testimonia la presenza ad Auro del Bonatti probabilmente chiamato dalla fabbriceria a dare un giudizio circa l’istallazione di uno strumento nella cantoria di metà navata; nell’edificio sono presenti infatti due cantorie e due casse d’organo.

La prima e più antica è posta a metà navata in cornuu epistolae e venne realizzata, attorno agli anni 40 del XVIII secolo (subito dopo l’ancona dell’altar maggiore terminata nel 1739), da Francesco Pialorsi capostipite della famosa dinastia di intagliatori di Levrange detti “Boscaì” coadiuvato dal figlio Giovan Battista; non contenne mai alcuno strumento e si presenta in legno grezzo poiché il grande impegno economico per l’ancona non permise di poter affrontare anche la spesa della sua doratura e laccatura.

La seconda è opera di Antonio Pialorsi figlio di Giovan Battista e nipote di Francesco, presenta analogie con quella dell’oratorio della SS Trinità  di Veriano, sempre di Antonio, del 1778 e ciò conferma la datazione anche dello strumento poiché venne costruita per ospitarlo.

La cassa piccola è citata in un documento del 1762, data post quem dell’acquisto del Callido, ma era troppo piccola per ospitarlo e perciò fu costruita la cassa e la cantoria ove fu effettivamente collocato.

Il fatto che la cassa Boscaì fu lasciata vuota, anziché usata per un nuovo organo del veneziano, fa pensare che lo strumento fosse stato acquistato già costruito (magari un contratto con un’altra parrocchia alla fine rifiutato) risultando poi grande per la cassa; non vi sono, per ora, conferme documentarie circa questa ipotesi; l’acquisto da altra parrocchia però escluderebbe lo strumento dal catalogo del Callido poichè il rimontaggio potrebbe essere stato eseguito da altro organaro (già ora il catalogo non è cosa certa poichè indica Val Sabbia ma non il nome dei paesi e si potrebbe trattare di un esemplare perduto).

Nel 1876 lo strumento subirà un restauro ad opera di Giuseppe Zamboni di Chiari molto probabilmente a livello di intonazione ed accordatura e con l’aggiunta dei campanelli alla tastiera; non vi sono notizie scritte circa altri interventi anche se i cartellini dei registri non sono originali e si presentano identici a quelli posti su vari organi costruiti da Giovanni Bianchetti in Val Sabbia; è probabile che questi si limitò a sostituire i logori cartellini antichi e a porre in opera il registro “Viola ad arco flutta” per altro suo registro tipico. La presenza di Bianchetti nel Savallo è testimoniata inoltre da un progetto di restauro per l’organo della Parrocchiale del vicino paese di Mura datato 1914.

E’ da notare come gli interventi attribuibili allo Zamboni non abbiano lasciato evidenti segni quali invece hanno lasciato (vedasi il crivello) quelli del Bianchetti.

Nel pannello sopra la tastiera è presente una manetta a scorrimento verticale, con incastro, azionante la meccanica (conservatasi) dei campanelli soprani, dei quali sono perse le coppette, aggiunti nel corso del XIX secolo.

Nel 1959 è stato quasi completamente smantellato e gran parte del materiale fonico si trova nel retrostante locale.

Disposizione fonica
Grande organo e Pedale
45 tasti (Do1-Do5) con ottava corta
18 pedali (Do1-La2) con ottava corta
Principale 8' B.
Principale 8' S.
Ottava B.
Ottava S.
Decimaquinta
Decimanona
Vigesimaseconda
Vigesimasesta e Nona
Trigesimaterza e Sesta
(senza cartellino)
(senza cartellino)
Contrabbassi e Ottave
(senza cartellino)
Voce Umana
Flauto in VIIIĀ° S.
Viola B - Flutta S.
Cornetta 3 voci
Violoncello B.
Violoncello S.
Fagotto B.
Oboe S.
Tromboni
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